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RIVELAZIONI, CSI: Miami (CaRWash)

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stevie_91
view post Posted on 16/12/2006, 19:30




Ciao! Ecco qui una fic a 4 mani sulla nostra coppia preferita di CSI Miami: Calleigh e Ryan!!!
Buona lettura! Commentate in tanti!
Stevie_91 e Horatio's girl

capitolo 1

Appena ebbe ricevuto la chiamata di Horatio, Ryan si precipitò in laboratorio. Sembrava che ultimamente i criminali di Miami fossero andati in vacanza e, ora che c’era una caso, io giovane non vedeva l’ora di rituffarsi nel lavoro.
Arrivò nel parcheggio della centrale pochi minuti prima di mezzanotte, scese dall’auto e salì le scale con un sorriso un po’ assonnato in volto.
Allegria e sonno si dissolsero, tuttavia, al sentire quella voce. Veniva dalla strada che svoltava dietro l’angolo destro dell’edificio.
Era una voce famigliare.
Molto famigliare.
Troppo.
Calleigh.
“Ti ho detto di lasciarmi!” ripetè la voce.
Il tono era troppo agitato perché Ryan non si preoccupasse. Estratta istintivamente la pistola, raggiunse la strada nella quale si trovava la sua collega, tenendosi radente al muro.
In quel modo potè osservare, non visto, la scena che faceva il suo corso.
Nessuno sentì il silenzioso rumore delle sue speranze che si infrangevano.
Quando aveva sentito la voce di Calleigh così concitata, si era subito immaginato di trovare la donna con un malvivente dal quale l’avrebbe potuta salvare. Lei gli sarebbe stata riconoscente e chissà…
Era, se ne rendeva perfettamente conto, un desiderio decisamente egoistico, ma ciò che gli si presentava davanti era più di mille volte peggio.
Era peggio perché non poteva fare assolutamente niente per salvare Calleigh anche se quell’uomo, secondo lui, era meno degno di fiducia di un detenuto.

John Clayton usciva con Calleigh da un paio di mesi e a Ryan non era mai piaciuto. La sua naturale antipatia si era trasformata in un odio profondo quando, tre settimane prima, lo aveva incontrato in un bar in compagnia di una bionda che, sulle prime, aveva scambiato per Calleigh. Lo aveva allora chiamato per salutarlo. La donna si era voltata e lui aveva immediatamente capito ogni cosa.
“Ehilà, Wolfe!” Gli aveva risposto John. Poi, notando lo sguardo del giovane detective, aveva aggiunto in tono minaccioso:
“Fai in modo di dimenticare quello che hai visto.”
Era poi tornato a baciare la donna, facendo finta che lui non esistesse.
Ma lui era lì e non poteva dimenticare.
Non voleva farlo.

Era vero, la voce di Calleigh era davvero agitata, ma non certo per la paura. Sul suo volto, infatti, splendeva il solito, meraviglioso sorriso.
John la stringeva a sé mentre lei cercava, senza troppa convinzione, di divincolarsi.
“John, devo andare a lavorare!”
John finse un broncio.
“Ok, ok…ti lascio andare…Sai che ti amo, vero?”
“Ma per favore…” Sussurrò Ryan tra sé.
“Anche io.” Rispose, invece, Calleigh, baciando l’uomo, per poi correre, leggera come una farfalla, verso l’ingresso del laboratorio.
Ryan si affrettò a riporre la pistola nella fondina.
“Ciao Cal!” Si sforzò di sorridere.
“Ciao, Ryan! Hai idea di perché Horatio ci abbia chiamati?”
“Ha accennato qualcosa riguardo all’omicidio di quel banchiere, il mese scorso, ti ricordi? Pare abbiano trovato l’assassino.”
“Davvero? Non ci speravo più, oramai!”
I due entrarono. Horatio, Yelina ed Eric li aspettavano già nella stanza per gli interrogatori.
“Sarò breve, visto che è notte inoltrata.” Cominciò Horatio, dopo averli salutati. “grazie ad una soffiata ho scoperto chi è l’assassino di Juan Ventura. Si tratta di suo fratello, residente a Rio de Janeiro. Ho chiamato le attività Brasiliane, ma non hanno intenzione di collaborare, se non con uno o due detective locali. Non lo ritengono un caso degno di interesse, quindi toccherà a noi risolverlo. Allora…Chi mi accompagna in Brasile?”
“Io.” Rispose Ryan prontamente. Gli era stata offerta su un vassoio d’argento un’occasione perfetta per fuggire da Calleigh, John e dai suoi sentimenti per lei, e aveva deciso di coglierla al volo. “Ci vengo io, Horatio.”
“D’accordo, signor Wolfe. Eric, tu, Calleigh e Yelina rimarrete come nostro supporto a distanza. Ryan, fai le valigie e raggiungimi in aereoporto. Abbiamo un volo tra tre ore.

Ryan stava per salire in macchina, quando una mano, forte e gentile al tempo stesso, gli afferrò il polso. Il giovane si voltò, trovandosi davanti chi mai si sarebbe aspettato.
“Ehi, mi hai fatto prendere un colpo! Che ci fai a casa mia alle due del mattino?”
“Volevo salutarti.” Rispose Calleigh, sorridendo. “E anche chiederti come mai vuoi partire.”
“Beh, a Horatio serviva qualcuno…e io ho bisogno di prendermi una pausa da….da Miami.”
“Una pausa? Perché?”
“Perché…” Che senso aveva non dirle il vero motivo? “Cal, ti devo parlare.”
“Ora?”
“Ora.”
“D’accordo…..” Il tono serissimo di Ryan l’aveva un po’ spaventata. “Che cosa c’è che non va?”
“John.”
La donna alzò gli occhi al cielo.
Ignorandola, Ryan continuò.
“L’ho visto…l’ho visto con un’altra, Cal, e non erano baci fraterni quelli che si scambiavano. Non mi fa piacere dirti queste cose, ma dovevo farlo…”
Aveva detto tutto d’un fiato, fermandosi solo quando aveva visto il sorriso scomparire dal volto di lei.
“So che John non ti piace, ma questo non ti dà il diritto di inventare storie su di lui!”
La sua voce fredda fece rabbrividire il giovane. Non gli aveva mai parlato così.
“Calleigh, ti giuro che non ho inventato niente. Voglio solo..proteggerti…credo.”
“Grazie, ma non ne ho bisogno.” Quasi urlò lei, lasciando perdere la calma che le era abituale. “So benissimo proteggermi da sola, sono grande a sufficienza. Tu, piuttosto, Ryan, cresci un po! Buon viaggio, signor Wolfe.”
Detto questo se ne andò, lasciando solo il povero Ryan con la certezza di averla persa per sempre.

Horatio aveva già preparato le poche cose che gli servivano per il viaggio e ora era tornato in laboratorio per occuparsi degli incartamenti. Mentre sistemava le carte, notò che mancava un rapporto, così andò a chiedere informazioni ad Eric.
Entrò nella stanza dove il giovane stava pulendo degli strumenti e lo salutò.
“Ciao, Eric, scusami, hai tu il rapporto sul caso in corso?”
“Sì e no. Sì perché l’ho avuto per le mani fino a poco fa, non perché l’ho appena consegnato a Yelina. Del resto è lei il detective a cui era stato affidato questo caso.”
“Grazie, Eric.”
Horatio si girò, iniziando ad incamminarsi verso l’ufficio di Yelina, quando Eric lo chiamò.
“Horatio?”
“Sì?” Rispose il tenente, guardandolo.
“Sei sicuro che sia una buona idea quella di andare in Brasile?”
“Beh, è l’unica cosa da fare. E poi ci sarà Ryan con me.”
“Sai cosa intendo; le autorità locali non sono molto cooperative…” Eric sembrava davvero preoccupato.
“Lo so, ma ad ogni problema c’è una soluzione, basta affrontarli uno alla volta.”
Etto questo ripose in tasca gli occhiali da sole, che teneva in mano, e riprese la sua strada.
Giunse a destinazione in pochi minuti, bussò ed entrò, avvicinandosi alla scrivania di Yelina.
“Ciao, Horato!”
“Ciao.” Rispose lui, cercando di rimanere concentrato sul motivo della sua visita. “Eric mi ha detto che hai tu il rapporto sul caso Ventura.”
“Sì, mi è servito per stilarne uno nuovo provvisorio da presentare al procuratore nel caso ci fosse qualche concreto sviluppo.” Si girò verso la scrivania, prese la cartella e la porse ad Horatio. “Ecco.”
“Grazie. Yelina, io…” iniziò l’uomo, esitante. “Avrei bisogno di parlarti…in privato.”
Ora gli occhi azzurri erano puntati a terra, non riusciva più a guardarla in viso. Yelina capì all’istante di cosa voleva parlare.
“Va bene, se vuoi possiamo andare a…” L’arrivo di Rick la interruppe, impedendole di terminare la frase.
“Horatio, sbaglio o tu e l’agente Wolfe dovreste essere su un aereo in partenza per Rio?” Chiese l’uomo.
“Non sbagli, Rick.”
“Allora ti conviene andare, o perderai il volo.”
Yelina, che aveva notato che la situazione stava degenerando, cercò di liquidare Rick.
“Rick, Horatio era venuto a chiedermi un’informazione sul lavoro, ti dispiace tornare dopo?”
“Certamente.” Rispose l’altro, untuoso. Poi aggiunse, guardando sia lei sia Horatio.”Volevo solo sapere se era tutto confermato per stasera. Alle otto a casa mia, giusto?”
etto questo, non aspettò nemmeno la risposta della donna e se ne andò. La soddisfazione più grande l’aveva ottenuta.
“Credo…credo di dover andare,Yelina.” Si congedò Horatio, uscendo a sua volta.
Quella breve conversazione gli era bastata per rendersi conto che aveva perso la sua occasione molto tempo prima e, ora, non c’era più nulla da fare.
Oramai lei era di Rick, non avrebbe più fatto parte della sua vita o, almeno, non come lui desiderava.

 
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ducaine the best
view post Posted on 17/9/2011, 17:39




che bello questo racconto. va bene, ammetto in primis, che io sono una ducaine, e non una CarWash, ma devo ammettere, che il racconto è appassionante.
anche io scrivo delle ff,e con me, si è unita la signora buonasera. vorrei chiederti, i tuoi orari, per contattarti...ti va? in oltre, vorrei chiederti, come posso convalidare il mio gruppo...ti pego...sono disperata!!!!
 
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1 replies since 16/12/2006, 19:30   190 views
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