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My Wound Soul, - capitolo unico -

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**ColinFirth-Lover**
view post Posted on 6/1/2007, 00:47




My Wound Soul
***


In un secondo fuori da un sogno,
senza ritorno,
ognuno nel suo mondo,
rincorrendo a fatica la propria vita..
E’ finita!
(-Gemelli Diversi-L’ultima lettera-)



Il tramonto stava riscaldando gli alberi e la terra che regnava sotto la sua maestosità. Molte coppie si fermavano ad osservare quel spettacolo che solo la natura ti regala.
Coppiette strette in dolci abbracci con soffici sussurri nelle orecchie. Parole colme d’amore. Due. Quelle che ti ispirano l’anima osservando il gioco di luce:

“Ti amo..”

Una parola simile a quelle che si espandevano nell’aria dei parchi fu sussurrata in un locale non poco lontano dal centro della città. Una ragazza dai lunghi capelli uniti in due trecce osservava intensamente la punta dei suoi piedi. Mai in vita sua aveva avuto così tanto coraggio da poter esprimere così sfacciatamente i suoi sentimenti. Era sempre stata timida e preferiva di gran lunga tenersi tutto dentro anziché esporsi troppo. Ad esibire la sua vulnerabilità. In fondo, aveva paura come quasi tutte le ragazze della sua età.
Oppure, era solo lei che aveva paura di soffrire per amore?
Molte volte si era fatta questa domanda. Vedeva in giro le sue amiche concedersi all’amore come si fa con l’amicizia. Sembravano così forti se osservate attentamente. Era solo lei quella che aveva paura ad esporre il suo cuore su un piatto d’argento? A concederlo ad un ragazzo capace con una sola parola di distruggerlo?
Timidamente alzò la testa. Soltanto incrociando lo sguardo con l’artefice di quel turbinio d’emozioni nel suo corpo la fece diventare rossa, il colore della passione. Non era mai stata in grado di sostenere quel colore azzurro cielo. Ogni volta che lo vedeva aveva paura che con la sua intensità potesse scoprire il segreto più profondo che celava nel suo cuore. Ma, non lo poteva certo tenere nascosto per sempre. Era arrivato il momento di dirlo.
Ora lo stava osservando. Visibilmente stupito nel suo stupendo maglione bianco crema. Da quando era diventato così bello? Nemmeno se lo ricordava... Forse, i suoi diciannove anni facevano il suo effetto su una ragazza di diciassette, alla quale, gli ormoni cominciavano a scorrere da testa a piedi.
Cominciò a respirare profondamente. Non aveva ancora finito il suo discorso. Ora sarebbe arrivata la parte più difficile. Quella di chiedere al suo datore di lavoro di poter avere una possibilità con lui. Tentava di formulare delle frasi che avessero un senso, ma l’unica cosa che regnava nella sua mente era, che finalmente aveva detto a Ryan che l’amava. Niente di più. Finalmente quello che aveva tanto sognato e provato davanti allo specchio si stava avverando. Sorrise quasi impercettibilmente, ma di certo non poteva sapere che quella leggerezza che ora aveva abbracciato il suo cuore sarebbe svanita solo pochi secondi dopo.
Lo sentii schiarirsi la voce. Anche quel semplice gesto era irresistibile e a dir poco imbarazzante. Con indecisione scelse di tentare di guardarlo in faccia. Ora erano lì. A fissarsi negl’occhi. Un verde smeraldo contro un azzurro leggermente coperto da qualcosa di biondo.

“Ecco..”

La sua voce si espanse per il Café.
Il batticuore.
In quel momento percepiva solo quello e il suo respiro ed, ovviamente, la voce del suo amato.

“Non so come dirtelo..”

Cos’era quella strana sensazione che ora attanagliava il suo cuore? Cos’era quel malessere che si era impossessato delle sue viscere? Cos’era quella cosa che stava salendo negl’occhi?

“Certo, sei una ragazza molto carina, dolce, premurosa e sensibile, ma..”

Se sono carina,allora perché quel *ma*?
Se sono dolce, perché quel *ma*??
Se sono premurosa perché quel *MA*???
SE SONO SENSIBILE PERCHé QUEL DANNATO *MA*??!!


“Vedi, purtroppo, mi piace un’altra..”



Un’altra? Perché questa cosa le suonava così famigliare? No. Non era la frase che le suonava famigliare, ma, soltanto dei ricordi le affollarono la mente. Ricordi di lui e di un’altra ragazza. Ricordi in cui lui la guardava come se fosse la cosa più preziosa che avesse. Allorché si era messa dei paraocchi e aveva preferito non vedere.
Lontano dagl’occhi, lontano dal cuore.
Ed aveva fatto male. Lo vedeva ogni giorno litigare animatamente con lei, eppure, nei momenti in cui lei non lo guardava, non litigava con lui, in quel momenti tutto l’amore che una persona può donare ad un’altra traspariva dal suo sguardo per lei.
Purtroppo, per lei, per..

“Strawberry? E’ lei, vero?”

Come era riuscita a pronunciare quelle parole?
Sentiva chiaramente la gola bloccata da qualcosa, ma era riuscita a chiederlo. Era riuscita a farsi frantumare definitivamente il cuore.
Nonostante la vista fosse offuscata da qualcosa, che al contatto con la sua lingua sembrava salata, lo vide lì. Chinare la testa da una parte, socchiudere leggermente gli occhi e fare una smorfia di dispiacere.

“Sì!”

Ecco fatto.
Quel poco che era ancora integro si spezzò completamente. Lo sentiva, tutto il dolore affliggerle l’anima. Impossessarsi di lei e torturarla. Stuzzicarla. Lacerarla con quelle parole che continuavano a tormentarle la tempia.
Strawberry...
Strawberry...
La sua amica era artefice di tutta quella sofferenza.
Se solo non fosse mai esistita il biondo sarebbe stato suo. Si sarebbe innamorato di lei anziché di quella stupida. Lei, così ingenua da non accorgersi che Ryan era innamorato di lei. Che quando la vedeva con Mark stava male. Diventava geloso e scontroso con tutti.
Se solo non fosse mai esistita!!

“LORY!!”

Si sentì urlare, mentre il grande portone di legno si richiuse alle sue spalle. Non c’è la faceva più.
Stava piangendo, mentre la luna si era alzata nel cielo e sorrideva alla notte.
Correva, mentre le stelle facevano compagnia alle luci della città.
Perché?
Cosa aveva fatto di male?
Aveva forse chiesto troppo alla vita? Era stata, forse, troppo egoista a desiderare un po’ d’amore?
Forse, era troppo per lei, essere amata?
Non aveva grandi pretese.
Non voleva essere la più popolare della scuola. Non le interessava.
Non voleva essere la migliore della classe. Si accontentava di buoni voti.
Non voleva avere mille amicizie false. Voleva tenersi solo quelle più strette e vere.
Non voleva la corte di mille ragazzi. Voleva la sua.

“LORY!! ATTENTA!!”

Si girò. Lo vide correrle in contro. Trafelato e con un espressione decisamente preoccupata, ma ora non era quello a farle volare alto l’anima.
Lui l’aveva seguita. Le era corso dietro e questo la rendeva, nonostante tutto, felice. Nessuno prima d’ora l’aveva mai fatto. Neanche il ragazzo della sua prima cotta.
Era successa la stessa cosa, ma lui non le era corso dietro. Le avevo riso in faccia e poi se n’era andato.
Ecco perché aveva così tanta paura. Già una volta era stata ferita nella profondità del suo cuore. Ed ora, stava succedendo nuovamente.
Sorrise, un sorriso triste, ma quell’espressione...
Perché ora si era fermato? Perché la stava osservando con gli occhi sgranati? Perché era bianco in volto?
Un fulmine si estese sopra la città. Presto si sarebbe annuvolato e la luna sarebbe scomparsa dietro la coltre di nubi, come le sue figlie, le stelle.
Un uomo in preda al panico che stava tentando di chiamare un’ambulanza, ma la mano gli stava tremando troppo per riuscire a comporre esattamente il numero.
Persone, fermatesi che stavano osservando da lontano quella ragazza a terra, bofonchiando qualcosa tra loro.
Lui, inginocchiato davanti a lei che le reggeva la testa in un abbraccio colmo d’affetto.

“Mi dispiace..”

Fu l’unica cosa che riuscì a sentire chiaramente. Il resto, sembrava tutto così incomprensibile. La sua voce così lontana.
Vedeva soltanto tante luci lampeggiare intorno a sé e lui, il suo viso d’angelo starle a qualche centimetro di distanza. Le stava parlando, eppure lei, non sentiva niente.
Percepiva qualcosa premerle contro il petto. Un dolore pungente estendersi da esso per tutto il corpo. Le gambe e la mente.
Che belli che erano gli occhi di Ryan. Le ricordavano tanto il mare, quando lei e la sua famiglia andavano in spiaggia ed osservavano estasiati il cielo illuminato dal sole cocente.
Perché?
Perché ora si era voltato? Perché non la stava più guardando? Perché urlava qualcosa alla gente intorno a loro due?
No.
Alzò la mano. La vide ricoperta di sangue, ma questo non le impedì di avvicinarla al mento del ragazzo. Lo sfiorò delicatamente, quasi impercettibilmente eppure lui si era voltato a guardarla.
Finalmente i suoi occhi stavano nuovamente fissando i suoi.
Finalmente le sue perle le riscaldarono il cuore, come avevano sempre fatto.
Finalmente...
Sorrise. Gli sorrise per poi chiudere gli occhi.
Era stanca.
Troppo per continuare a sorridere.


**FiNe**

 
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