| capitolo 4
“Ancora un'altra?” Sailor Moon bisbigliò tra se. Raccolse la piccola busta firmata solamente con le lettere SM. Sarebbe lo stesso come gli altri, sospettò Sailor Moon. Da una settimana stava trovando delle piccole note dopo ogni battaglia. Ognuna era una corta dichiarazione d’amore firmato “il tuo ammiratore segreto.” Piegandolo nella cintura del suo fuku, corse verso gli altri.
“Era un'altra lettera?” chiese emozionata Sailor Venus. Essendo la Senshi dell’amore, Venus adorava le storie d’amore.
Sailor Moon annuì, tentando di nascondere un sorriso. Conosceva solamente un maschio che era in grado, di essere presente a ogni battaglia. Ogni volta che riceveva una nota, Tuxedo Kamen si distanziava dal gruppo come per nascondere i suoi sentimenti. Nella mente di Sailor Moon questo significava una cosa soltanto; lui stava lasciandole le note.
Tuxedo Kamen si affrettò via dal gruppo. Quando giunse ad un blocco di alberi, permise alla sua trasformazione di affievolirsi. Allontanandosi dal parco, rimuginava sulle note che riceveva Sailor Moon. Chi li mandava? L’addolorava vedere ogni volta la gioia di Sailor Moon quando scopriva una nota.
Camminando più veloce, lui tentò di spingere tutti i pensieri di Sailor Moon dalla sua mente. La gelosia era un’emozione nuova per lui, e non voleva ammettere che desiderava che Sailor Moon mostrasse quel genere di eccitamento verso lui.
Consumato dai suoi pensieri, Mamoru aveva camminato nella direzione opposta del suo appartamento. Il ragazzo si volse rapidamente e cominciò a camminare verso casa, ma andò a sbattere diritto contro qualcosa, o piuttosto, qualcuno.
“Stai attento, baka,” venne una voce adirata dal marciapiede.
Tendendo una mano per aiutare la ragazza, Mamoru vide due lunghe treccine bionde. “Odango Atama, avrei dovuto sapere che eri tu, che ti scontravi a quel modo con me.”
Usagi spinse via provocatoriamente la sua mano e s’alzò da terra. Senza una parola, corse di nuovo via. “Stupido Mamoru,” mormorò mentre correva. “Invece, Tuxedo Kamen: c’è un vero uomo.” Rallentando, giunse alla sua tasca per guardare di nuovo la nota.
Cara Sailor Moon, tu sei la mia eroina. Quando lotti, sei così bella. Non ho dubbi che il tuo cuore sia anche bello. Fino alla prossima volta, il tuo ammiratore segreto.
Usagi stava per piegare di nuovo la lettera nella sua busta quando cominciò ad ardere misteriosamente. Lo portò vicino alla sua faccia per esaminarlo, quando improvvisamente scoppiò in fiamme verdi e trasformò in un youma. Il mostro raccolse Usagi, unendo le sue braccia ai lati.
Usagi non poteva arrivare alla sua spilla di trasformazione, quindi non aveva altra scelta ma gridare per aiuto.
Il suo forte urlo assordò la creatura per un momento e lasciò andare un braccio permettendo a Usagi di trasformarsi. “Potere del cristallo d’argento, vieni a me!” Sailor Moon tirò la tiara dalla sua testa e tentò di colpire lo youma con esso, ma era senza successo da tale distanza ravvicinata. Anche come Sailor Moon era nei guai.
Gli occhi del youma brillarono rosso mentre alzò un artiglio alla faccia di Sailor Moon, entusiasmato dalla certa vittoria. Nel momento in cui l’artiglio stava per forare la pelle sul suo collo, Sailor Moon precipitò dalla presa della creatura. Sorpresa guardò su e vide una rosa rossa conficcata nel braccio del mostro adirato.
“Tuxedo Kamen, sei venuto per me,” cominciò.
Invece di parlare, lui gettò un’altra rosa contro il youma che stava di nuovo lanciandosi verso di lei. “Adesso, Sailor Moon,” disse quando la bestia inciampò.
Afferrando di nuovo la tiara, la tirò di nuovo per gettarla e gridò, “Moon Tiara Action!” la tiara divenne un disco dorato roteante ed affettò attraverso il youma, polverizzandolo. In un lampo, la polvere si riformò nella nota che Sailor Moon aveva ricevuto quella sera.
Curvandosi per raccogliere la nota, Sailor Moon cadde a terra. Tuxedo Kamen fu in un istante al suo lato. “Sailor Moon, stai bene?” tirando un fazzoletto pulito dalla sua tasca, lo premette sulla ferita del collo.
Ammiccando lentamente e sospirando rumorosamente, Sailor Moon alzò la nota per fargliela vedere. “Pensavo che fosse tua.” La sua mano cadde sui fianchi e una lacrima gli scivolò sulla guancia pallida.
Tuxedo Kamen prese in fretta una decisione; glielo avrebbe detto. Prendendola tra le sue braccia, la tenne dolcemente. “Sarebbe dovuta essere, Sailor Moon. Quella nota sarebbe dovuta essere mia.”
Tenendola più vicino, la baciò dolcemente sulle labbra. “Ti amo, e non è più un segreto.”
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